Nei giorni scorsi è apparso in libreria il volume L’uomo come libertà di fronte all’esistenza. Scritti in onore di Carlo Isoardi. Il testo, curato da Piergiuseppe Bernardi e pubblicato dalla casa editrice Mimesis grazie a un contributo dello Studio Teologico Interdiocesano di Fossano, è stato ideato e realizzato da alcuni ex-allievi per celebrare gli ottant’anni di Carlo Isoardi, Professore di Teologia sistematica allo stesso Studio Teologico Interdiocesano per ben quarantacinque anni. L’obiettivo del volume, incentrato sul tema dell’antropologia, è quello di approfondire in una prospettiva estremamente plurale uno dei temi su cui Isoardi in questi anni ha più intensamente riflettuto.
Carlo Isoardi, presbitero della Diocesi di Cuneo, in questi quarantacinque anni ha messo a punto e rivisto decine di dispense relative ai corsi da lui tenuti in diverse sedi: allo Studio Teologico Interdiocesano di Fossano; all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Fossano; e infine al corso triennale della Scuola di Teologia per Laici “Don Luigi Bono” di Cuneo, inedito esperimento che per un cospicuo periodo ha potuto contare su oltre 400 iscritti l’anno.
L’entità di queste dispense, la cui dinamica stesura è ben espressa dal titolo di “Appunti” con cui Isoardi si è sempre ostinato a chiamarle, raggiunge le migliaia di pagine che esplorano a tutto campo i diversi ambiti della teologia: dalla cristologia alla riflessione trinitaria, dall’antropologia all’escatologia, dalla riflessione sul ruolo della donna nella Chiesa al confronto col mondo scientifico. Pur potendo contare su questo enorme lavoro e nonostante le sollecitazioni dei suoi ex-alunni, Isoardi ha sempre respinto l’idea di trasformare questi “Appunti” in libri, convinto che essi dovessero restare esclusivamente finalizzati a supportare lo studio di chi frequentava le sue lezioni.
La novità e il fulcro propulsivo del volume recentemente pubblicato è innanzitutto il contributo di apertura, firmato da Isoardi stesso e intitolato Antropologia e libertà. Un testo che si concentra sul ripensamento dell’uomo elaborato dalla Modernità in una chiave “umanizzante” e “naturalizzante”. Due esiti che la prospettiva antropologica di Isoardi ha saputo recepire criticamente, trasformandoli nell’occasione per affermare la necessità della teologia di ripartire dalla concretezza e, in questa prospettiva e solo in essa, considerare l’uomo come libertà aperta alla trascendenza.
Intorno a questo tema si sviluppa la riflessione elaborata dagli altri contributi inseriti nel volume. Questi ultimi, messi a punto da alcuni ex-allievi di Isoardi, si concentrano sugli ambiti accademici e pratici assai diversi tra loro: dall’Estetica alle Scienze sociali, dalla Filosofia teoretica a quella del Diritto; dalla Teologia sistematica al dialogo della Teologia con le Scienze religiose e con le istanze poste dal femminismo; dal confronto infine con la teoria evoluzionista, con l’ambito dell’amministrazione della giustizia e con quello della medicina. A profilarsi nel volume è così un confronto a più voci nel quale a delinearsi è uno “sguardo antropologico” complessivo che, pur diversamente e singolarmente declinato, attesta nel suo insieme quanto sia stata istruttiva la lezione di Isoardi.